5,953
edits
No edit summary |
No edit summary |
||
Line 1,456: | Line 1,456: | ||
5.5423Percepire un complesso vuol dire percepire che le sue parti costitutive stanno in relazione le une con le altre in questo e questo modo. | 5.5423Percepire un complesso vuol dire percepire che le sue parti costitutive stanno in relazione le une con le altre in questo e questo modo. | ||
Questo spiega bene anche come la figura<references /> | Questo spiega bene anche come la figura | ||
[[File:TLP 5.5423.png|250px|center|link=]] | |||
possa essere vista come cubo in due modi; e [spiega bene anche] tutti i fenomeni simili. Poiché vediamo davvero due fatti diversi. | |||
(Se bado prima ai vertici ''a'' e solo di sfuggita ai ''b'', gli ''a'' appaiono davanti; e viceversa.) | |||
5.55Dobbiamo ora rispondere a priori alla domanda circa tutte le possibili forme delle proposizioni elementari. | |||
La proposizione elementare consiste di nomi. Poiché tuttavia non possiamo indicare il numero dei nomi con significato diverso, non possiamo indicare neanche la composizione della proposizione elementare. | |||
5.551Nostro principio è che ogni domanda che può essere decisa dalla logica deve poter essere decisa senza ricorrere ad altro. | |||
(E se ci ritroviamo nella situazione di dover rispondere a una tale questione guardando al mondo, ciò mostra che siamo su una strada radicalmente sbagliata.) | |||
5.552L'«esperienza» di cui abbiamo bisogno per la comprensione della logica non è l'esperienza che qualcosa sta così e così, bensì che qualcosa ''è'': ma ciò appunto ''non'' è esperienza. | |||
La logica è ''prima'' di ogni esperienza – che qualcosa è ''così''. Essa è prima del ''come'', non prima del ''cosa''. | |||
5.5521E se fosse altrimenti, come potremmo applicare la logica? Si potrebbe dire: se una logica vi fosse anche se non vi fosse un mondo, allora come potrebbe esservi una logica essendovi un mondo? | |||
5.553Russell sosteneva che vi fossero relazioni semplici tra diversi numeri di cose (''individuals''). Ma tra quali numeri? E come lo si dovrebbe decidere? – Attraverso l'esperienza? | |||
(Non vi è un numero speciale.) | |||
5.554L'enumerazione di ogni forma particolare sarebbe completamente arbitraria. | |||
5.5541Dovrebbe poter essere indicato a priori se è possibile che io mi trovi ad es. nella situazione di dover simbolizzare qualcosa con il segno di una relazione a 27 posti. | |||
5.5542Ma allora ci è davvero lecito chiederlo? Possiamo costituire una forma segnica e non sapere se a essa possa corrispondere qualcosa? | |||
Ha un senso chiedere cosa deve ''essere'' affinché qualcosa possa verificarsi? | |||
5.555È chiaro che abbiamo un concetto della proposizione elementare a prescindere dalla sua particolare forma logica. | |||
Dove però si possono formare simboli secondo un sistema, lì ciò che è logicamente importante è questo sistema, e non i singoli simboli. | |||
E come sarebbe possibile che io nella logica avessi a che fare con forme che posso inventare? Al contrario devo avere a che fare con ciò che mi rende possibile inventarle. | |||
5.556Non può esservi una gerarchia delle forme delle proposizioni elementari. Possiamo prevedere solo ciò che costruiamo noi stessi. | |||
5.5561La realtà empirica è limitata dalla totalità degli oggetti. Il limite si mostra ancora nella totalità delle proposizioni elementari. | |||
Le gerarchie sono e devono essere indipendenti dalla realtà. | |||
5.5562Se sappiamo per ragioni puramente logiche che devono esservi proposizioni elementari, allora deve saperlo chiunque comprenda le proposizioni nella loro forma non analizzata. | |||
5.5563Tutte le proposizioni del nostro linguaggio comune sono in effetti, così come sono, logicamente del tutto in ordine. – Ciò di semplicissimo che qui dobbiamo indicare non è un simulacro della verità, ma la piena verità stessa. | |||
(In nostri problemi non sono astratti, bensì forse i più concreti che vi siano.) | |||
5.557L'''applicazione'' della logica decide di quali proposizioni elementari vi sono. | |||
Ciò che si trova nell'applicazione non può essere anticipato dalla logica. | |||
Questo è chiaro: la logica non può collidere con la sua applicazione. | |||
Ma la logica e la sua applicazione devono toccarsi. | |||
Quindi la logica e la sua applicazione non possono sovrapporsi l'una all'altra. | |||
5.5571Se non posso indicare a priori le proposizioni elementari, volerle indicare deve condurre a un palese nonsenso. | |||
5.6''I limiti del mio linguaggio'' significano i limiti del mio mondo. | |||
5.61La logica riempie il mondo; i limiti del mondo sono anche i suoi limiti. | |||
Dunque nella logica non possiamo dire: nel mondo vi è questo e questo, quello no. | |||
Apparentemente, infatti, ciò presupporrebbe che noi escludessimo certe possibilità, e questo non può verificarsi, poiché altrimenti la logica dovrebbe uscire dai limiti del mondo; se essa cioè potesse considerare questi limiti anche dall'altro lato. | |||
Non possiamo pensare ciò che non possiamo pensare; quindi non possiamo nemmeno ''dire'' ciò che non possiamo pensare. | |||
5.62Questa osservazione dà la chiave per rispondere alla domanda fino a che punto il solipsismo sia una verità. | |||
Ciò, infatti, che il solipsismo ''intende'' è del tutto corretto; solo non può essere ''detto'', ma si mostra. | |||
Che il mondo è il ''mio'' mondo si mostra nel significare i limiti ''del'' linguaggio (del solo linguaggio che io comprendo) i limiti del ''mio'' mondo. | |||
5.621Il mondo e la vita sono uno. | |||
5.63Io sono il mio mondo. (Il microcosmo.) | |||
5.631Il soggetto che pensa, che si fa rappresentazioni, non vi è. Se scrivessi un libro intitolato ''Il mondo come io l'ho trovato'', in esso dovrei raccontare anche del mio corpo e dire quali membra sottostanno alla mia volontà e quali no, ecc.; questo è quindi un metodo per isolare il soggetto, o meglio per mostrare che in un senso importante non vi è alcun soggetto: di esso solo, infatti, in questo libro ''non'' si potrebbe parlare. – | |||
5.632Il soggetto non appartiene al mondo, bensì è un limite del mondo. | |||
5.633Dove nel mondo si può riscontrare un soggetto metafisico? Tu dici che qui tutto sta come con l'occhio e il campo visivo. Ma l'occhio in realtà ''non'' lo vedi. | |||
E niente ''nel campo visivo'' permette di concludere che esso viene visto da un occhio. | |||
5.6331Il campo visivo, cioè, non ha una forma come questa: | |||
[[File:TLP 5.6331en.png|250px|center|link=]] | |||
5.634Ciò è connesso con il fatto che nessuna parte della nostra esperienza è al contempo a priori. | |||
<references /> |