Osservazioni sui colori: Difference between revisions

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<p id="part-i" style="text-align: center;">'''Parte I'''</p>


{{ParFarben|part=1 |paragraph=1}} Un gioco linguistico: dire se un determinato corpo sia più chiaro o più scuro di un altro. - Ma eccone uno simile: asserire qualcosa sul rapporto fra le chiarezze di due determinate tonalità cromatiche. (Si può confrontare con: determinare il rapporto fra le lunghezze di due bastoni - o determinare il rapporto fra due numeri.) La forma delle proposizioni è la medesima in entrambi i giochi linguistici: “X è più chiaro di Y”. Ma nel primo il rapporto è esterno e la proposizione temporale, nel secondo il rapporto è interno e la proposizione atemporale.  
{{ParFarben|part=1 |paragraph=1}} Un gioco linguistico: dire se un determinato corpo sia più chiaro o più scuro di un altro. - Ma eccone uno simile: asserire qualcosa sul rapporto fra le chiarezze di due determinate tonalità cromatiche. (Si può confrontare con: determinare il rapporto fra le lunghezze di due bastoni - o determinare il rapporto fra due numeri.) La forma delle proposizioni è la medesima in entrambi i giochi linguistici: “X è più chiaro di Y”. Ma nel primo il rapporto è esterno e la proposizione temporale, nel secondo il rapporto è interno e la proposizione atemporale.  
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{{ParFarben|part=1 |paragraph=88}} Quando lo psicologo ci insegna che “Ci sono persone che vedono”, allora possiamo chiedergli: “Come definisci le ‘persone che vedono’?”. La risposta dovrebbe essere: persone che in queste e queste altre circostanze si comportano in questo e quest’altro modo.
{{ParFarben|part=1 |paragraph=88}} Quando lo psicologo ci insegna che “Ci sono persone che vedono”, allora possiamo chiedergli: “Come definisci le ‘persone che vedono’?”. La risposta dovrebbe essere: persone che in queste e queste altre circostanze si comportano in questo e quest’altro modo.
<p id="part-ii" style="text-align: center;">'''Parte II'''</p>
{{ParFarben|part=2 |paragraph=1}} Si potrebbe parlare dell’impressione di colore di una superficie, e con ciò si intenderebbe non il colore, ma l’insieme delle tonalità cromatiche che risultano nell’impressione di una superficie (per esempio) marrone.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=2}} L’aggiunta di bianco toglie al colore il ''colorato''; cosa che, diversamente, non fa l’aggiunta di giallo. - C’è questo alla base della proposizione per cui non può esistere un bianco chiaramente trasparente?
{{ParFarben|part=2 |paragraph=3}} Ma che proposizione è mai questa: l’aggiunta di bianco toglie al colore il ''colorato''?
Per come la intendo io, non può essere una proposizione fisica.
Qui è forte la tentazione di credere a una fenomenologia, a una via di mezzo fra la scienza e la logica.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=4}} Qual è dunque l’essenza dell’''opaco''? Perché una cosa trasparente, rossa o gialla, non è opaca. Bianca è opaca.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=5}} Opaco è ciò che nasconde le forme, e nasconde le forme perché cancella luce e ombre?
{{ParFarben|part=2 |paragraph=6}} Bianco non è ciò che annulla l’oscurità?
{{ParFarben|part=2 |paragraph=7}} Si parla di “vetro nero”, ma chi vede una superficie bianca attraverso un vetro rosso, la vede rossa; chi la vede attraverso un vetro “nero” non la vede nera.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=8}} Per vedere meglio ci si serve spesso di lenti colorate, ma non opache.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=9}} “L’aggiunta di bianco cancella la differenza fra luminoso e scuro, fra luce e ombre”: questo definisce meglio il concetto? Credo di sì.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=10}} Chi non fosse d’accordo non avrebbe l’esperienza opposta; ma noi non lo capiremmo.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=11}} In filosofia bisogna sempre chiedersi: “Come dobbiamo considerare questo problema, perché diventi risolvibile?”.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=12}} Qui (quando considero i colori, per esempio) c’è prima di tutto soltanto una incapacità di mettere ordine fra i concetti.
Siamo come un bue di fronte alla porta della stalla verniciata di un nuovo colore.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=13}} Pensate a come un pittore rappresenterebbe la trasparenza di un vetro colorato di rosso. Ciò che ne risulterebbe è una ''complicata'' immagine di superficie. Ovvero il quadro conterrà un mucchio di gradazioni di rosso e altri colori, una accanto all’altra. E lo stesso se si guarda attraverso un vetro blu.
Ma come andrebbe se si dipingesse un quadro dove, nel punto in cui prima qualcosa diventava blu o rosso, qualcosa diventasse bianco?
{{ParFarben|part=2 |paragraph=14}} La differenza sta forse tutta nel fatto che i colori non perdono la loro intensità se visti attraverso un filtro tendente al rosso, mentre la perderebbero se visti attraverso un filtro tendente al bianco?
Sì, non si parla proprio mai di un “filtro tendente al bianco”!
{{ParFarben|part=2 |paragraph=15}} Se una certa illuminazione fa sembrare tutto tendente al bianco, non ne concluderemo che la fonte luminosa debba apparire bianca.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=16}} L’analisi fenomenologica (come, ad esempio, la voleva Goethe) e un’analisi concettuale e non può né concordare con la fisica né contraddirla.
{{ParFarben|part=2 |paragraph=17}} E se invece da qualche parte andasse così: la luce di un corpo al calor bianco fa sembrare le cose luminose ma tendenti al bianco, dunque debolmente colorate; la luce di un corpo al calor rosso le fa sembrare tendenti al rosso, etc.? (Soltanto una fonte luminosa invisibile e non percepibile all’occhio le farebbe brillare dei loro colori.)
{{ParFarben|part=2 |paragraph=18}} Sì, e se le cose brillassero dei loro colori solo se, nel nostro senso, non venissero colpite da ''nessuna'' luce, se, per esempio, il cielo fosse ''nero''? Non si potrebbe dire, allora: soltanto sotto una luce nera i colori appaiono nella loro pienezza?
{{ParFarben|part=2 |paragraph=19}} Ma qui non ci sarebbe una contraddizione?
{{ParFarben|part=2 |paragraph=20}} Non ''vedo'' che i colori dei corpi riflettono luce nel mio occhio.