Quaderni 1914-1916: Difference between revisions

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La teoria della raffigurazione logica dice – molto in generale: affinché sia possibile che una proposizione sia vera o falsa – che essa concordi con la realtà effettiva o meno – nella proposizione deve esservi qualcosa di ''identico'' con la realtà effettiva. [''Cfr''. 2.18.]
La teoria della raffigurazione logica dice – molto in generale: affinché sia possibile che una proposizione sia vera o falsa – che essa concordi con la realtà effettiva o meno – nella proposizione deve esservi qualcosa di ''identico'' con la realtà effettiva. [''Cfr''. 2.18.]


Cio che in “~p” nega non è il “~” prima del “p”, bensì ciò che è comune a tutti i segni che in questa notazione con “~p” sono di identico significato; ossia ciò che è comune di
Ciò che in “~p” nega non è il “~” prima del “p”, bensì ciò che è comune a tutti i segni che in questa notazione con “~p” sono di identico significato; ossia ciò che è comune di
 
 
                                                                                                             e lo stesso vale per la notazione generale etc.
 
 


p style="text-align:center;"><math>\left .
\begin{matrix}
\sim p \\
\sim \sim \sim  p \\
\sim p \lor \sim p \\
\sim p . \sim p \\
\text{etc. etc.}
\end{matrix} \right \} \text{e lo stesso vale per la notazione generale etc.}</math>
</p>


[''Cfr.'' 5.512.]
[''Cfr.'' 5.512.]