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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=1}} Un gioco linguistico: dire se un determinato corpo sia più chiaro o più scuro di un altro. | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=1}} Un gioco linguistico: dire se un determinato corpo sia più chiaro o più scuro di un altro. – Ma eccone uno simile: asserire qualcosa sul rapporto fra le chiarezze di due determinate tonalità cromatiche. (Si può confrontare con: determinare il rapporto fra le lunghezze di due bastoni – o determinare il rapporto fra due numeri.) La forma delle proposizioni è la medesima in entrambi i giochi linguistici: “X è più chiaro di Y”. Ma nel primo il rapporto è esterno e la proposizione temporale, nel secondo il rapporto è interno e la proposizione atemporale. | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=3}} Secondo Lichtenberg sarebbero poche le persone ad aver visto davvero il bianco puro. Quindi la maggior parte delle persone usa la parola in modo scorretto? | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=3}} Secondo Lichtenberg sarebbero poche le persone ad aver visto davvero il bianco puro. Quindi la maggior parte delle persone usa la parola in modo scorretto? – Ha costruito un uso ideale a partire dall’uso comune. E questo non vuol dire un uso migliore, ma un uso perfezionato in una certa direzione, in cui qualcosa è stato spinto all’estremo. | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=6}} Cosa si può dire per sostenere che il verde sia un colore primario e non un colore composto ottenuto mescolando blu e giallo? Sarebbe corretto dire: “Lo si capisce subito, semplicemente guardando i colori”? Ma come faccio a essere sicuro che con le parole “colore primario” intendo la stessa cosa di un altro che, come me, sia disposto a definire il verde un colore primario? No | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=6}} Cosa si può dire per sostenere che il verde sia un colore primario e non un colore composto ottenuto mescolando blu e giallo? Sarebbe corretto dire: “Lo si capisce subito, semplicemente guardando i colori”? Ma come faccio a essere sicuro che con le parole “colore primario” intendo la stessa cosa di un altro che, come me, sia disposto a definire il verde un colore primario? No – qui decidono i giochi linguistici. | ||
{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=7}} C’è il compito di mescolare un dato gialloverde (o bluverde) con uno meno tendente giallo (o al blu), | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=7}} C’è il compito di mescolare un dato gialloverde (o bluverde) con uno meno tendente giallo (o al blu), – oppure di sceglierlo fra un certo numero di campioni di colore. Un verde meno tendente al giallo, però, non è un verde tendente al blu (e viceversa), e c’è anche il compito di scegliere, o di ottenere per mescolanza, un verde che non sia né tendente al giallo né tendente al blu. Dico “o di ottenere per mescolanza” perché un verde non diventa tendente al blu [1] o tendente al giallo per il solo fatto di essere stato ottenuto da una specie di mescolanza di giallo e blu. | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=25}} Al cinema, talvolta, si possono vedere le vicende del film come se avvenissero dietro la superficie dello schermo, ma questa fosse trasparente, come una tavola di vetro. Il vetro sottrarrebbe alle cose i loro colori e lascerebbe trasparire soltanto il bianco, il grigio e il nero. (Qui non facciamo fisica, ma consideriamo il bianco e il nero come colori, proprio come il verde e il rosso.) | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=25}} Al cinema, talvolta, si possono vedere le vicende del film come se avvenissero dietro la superficie dello schermo, ma questa fosse trasparente, come una tavola di vetro. Il vetro sottrarrebbe alle cose i loro colori e lascerebbe trasparire soltanto il bianco, il grigio e il nero. (Qui non facciamo fisica, ma consideriamo il bianco e il nero come colori, proprio come il verde e il rosso.) – Si potrebbe quindi pensare che qui immaginiamo una tavola di vetro che potrebbe essere definita bianca e trasparente. Eppure non siamo tentati a definirla così: allora l’analogia, per esempio, con una tavola verde trasparente viene meno in qualche punto? | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=32}} Spesso le proposizioni vengono utilizzate al confine fra la logica e l’empiria, cosicché il loro senso oscilla da un lato all’altro del confine ed esse valgono ora come espressione di una norma, ora come espressione di una esperienza. | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=32}} Spesso le proposizioni vengono utilizzate al confine fra la logica e l’empiria, cosicché il loro senso oscilla da un lato all’altro del confine ed esse valgono ora come espressione di una norma, ora come espressione di una esperienza. | ||
(Perché non è un fenomeno fisico concomitante | (Perché non è un fenomeno fisico concomitante – così si possono immaginare i “pensieri” – ma l’impiego a distinguere la proposizione logica da quella empirica.) | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=55}} Un colore “''brilla''” in un ambiente. (Come gli occhi sorridono su un viso). Un colore “tendente al nero” | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=55}} Un colore “''brilla''” in un ambiente. (Come gli occhi sorridono su un viso). Un colore “tendente al nero” – il grigio, ad esempio – non “brilla”. | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=59}} Dipingo la vista dalla mia finestra; un punto preciso, determinato dalla sua posizione nell’architettura di una casa, lo dipingo di color ocra. Dico che vedo questo punto di questo colore. Ciò non significa che qui vedo il colore ocra, perché questo pigmento potrebbe, in ''questo'' ambiente, apparire più chiaro, più scuro, più tendente al rosso (etc.) dell’ocra. “Vedo questo punto come l’ho dipinto, color ocra, ovvero come un giallo fortemente tendente al rosso.” | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=59}} Dipingo la vista dalla mia finestra; un punto preciso, determinato dalla sua posizione nell’architettura di una casa, lo dipingo di color ocra. Dico che vedo questo punto di questo colore. Ciò non significa che qui vedo il colore ocra, perché questo pigmento potrebbe, in ''questo'' ambiente, apparire più chiaro, più scuro, più tendente al rosso (etc.) dell’ocra. “Vedo questo punto come l’ho dipinto, color ocra, ovvero come un giallo fortemente tendente al rosso.” | ||
Ma come risponderei se qualcuno pretendesse che gli indicassi l’esatta tonalità cromatica che vedo in quel punto? | Ma come risponderei se qualcuno pretendesse che gli indicassi l’esatta tonalità cromatica che vedo in quel punto? – Come potrei indicarlo, determinarlo? Si potrebbe pretendere che produca un campione di colore (un pezzo di carta rettangolare di questo colore). Non dico che un simile confronto sarebbe privo di interesse, ma ci dimostra che non è chiaro in partenza come si debbano confrontare le tonalità di colore e cosa significhi “uguaglianza del colore”. | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=64}} Ma vedo davvero biondi i capelli in foto? Cosa si può dire a sostegno di ciò? Quale reazione dell’osservatore dovrebbe dimostrare che ''vede'' il biondo e non si limita a dedurre il biondo basandosi sulle tonalità della fotografia? | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=64}} Ma vedo davvero biondi i capelli in foto? Cosa si può dire a sostegno di ciò? Quale reazione dell’osservatore dovrebbe dimostrare che ''vede'' il biondo e non si limita a dedurre il biondo basandosi sulle tonalità della fotografia? – Se mi chiedessero di descrivere questa fotografia, il modo più diretto sarebbe con le parole che ho usato. Se questo modo di descrivere non dovesse più essere accettato, dovrei mettermi subito a cercarne un altro. | ||
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{{ParFarbenit|part=1 |paragraph=67}} Guarda la tua stanza a tarda sera, quando i colori non si distinguono quasi più | {{ParFarbenit|part=1 |paragraph=67}} Guarda la tua stanza a tarda sera, quando i colori non si distinguono quasi più – poi accendi la luce e disegna ciò che hai visto prima, nella penombra. – Come sono i colori del disegno a confronto con quelli della stanza in penombra? | ||
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{{ParFarbenit|part=2 |paragraph=2}} L’aggiunta di bianco toglie al colore il ''colorato''; cosa che, diversamente, non fa l’aggiunta di giallo. | {{ParFarbenit|part=2 |paragraph=2}} L’aggiunta di bianco toglie al colore il ''colorato''; cosa che, diversamente, non fa l’aggiunta di giallo. – C’è questo alla base della proposizione per cui non può esistere un bianco chiaramente trasparente? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=4}} Ma anche il giallo puro è più chiaro del rosso puro saturo o del blu puro saturo. E questa è una proposizione dell’esperienza? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=4}} Ma anche il giallo puro è più chiaro del rosso puro saturo o del blu puro saturo. E questa è una proposizione dell’esperienza? – Per esempio, non so se il rosso (cioè il rosso puro) sia più chiaro o più scuro del blu; dovrei vederli entrambi per poterlo stabilire. E tuttavia, se l’avessi visto, lo saprei una volta per tutte, come il risultato di un calcolo. | ||
Dove si separano, qui, logica ed esperienza (empiria)? | Dove si separano, qui, logica ed esperienza (empiria)? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=24}} Perché è impossibile un bianco trasparente? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=24}} Perché è impossibile un bianco trasparente? – Dipingi prima un corpo rosso trasparente, e poi sostituisci il rosso con il bianco! | ||
Nero e bianco sono già in prima linea quando si tratta di trasparenza dei colori. | Nero e bianco sono già in prima linea quando si tratta di trasparenza dei colori. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=25}} Perché un colore saturo non è semplicemente ''questo'', o ''questo'', o ''questo'', o ''questo''? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=25}} Perché un colore saturo non è semplicemente ''questo'', o ''questo'', o ''questo'', o ''questo''? – Perché si riconosce, o si determina, in un altro modo. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=26}} Il fatto che alcuni hanno creduto di riconoscere tre colori primari, mentre altri ne hanno riconosciuti quattro, ci insospettisce. Qualcuno ha sostenuto che il verde è un colore intermedio fra blu e giallo, e a me, per esempio, questo sembra sbagliato e lontano da ogni ''esperienza''. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=26}} Il fatto che alcuni hanno creduto di riconoscere tre colori primari, mentre altri ne hanno riconosciuti quattro, ci insospettisce. Qualcuno ha sostenuto che il verde è un colore intermedio fra blu e giallo, e a me, per esempio, questo sembra sbagliato e lontano da ogni ''esperienza''. | ||
Blu e giallo, così come rosso e verde, mi sembrano contrari | Blu e giallo, così come rosso e verde, mi sembrano contrari – ma questo potrebbe dipendere dal fatto che sono abituato a vederli su due punti opposti del cerchio cromatico. | ||
E che ''importanza'' ha per me (dal punto di vista, per così dire, psicologico) la questione del numero dei colori puri? | E che ''importanza'' ha per me (dal punto di vista, per così dire, psicologico) la questione del numero dei colori puri? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=27}} Mi sembra di notare ''una cosa'' logicamente importante: se si definisce il verde un colore intermedio fra il blu e il giallo, allora si deve anche poter dire, per esempio, cosa sia un giallo leggermente tendente al blu o un blu vagamente tendente al giallo. E queste espressioni non mi dicono proprio nulla. Ma non potrebbero dire qualcosa a un altro? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=27}} Mi sembra di notare ''una cosa'' logicamente importante: se si definisce il verde un colore intermedio fra il blu e il giallo, allora si deve anche poter dire, per esempio, cosa sia un giallo leggermente tendente al blu o un blu vagamente tendente al giallo. E queste espressioni non mi dicono proprio nulla. Ma non potrebbero dire qualcosa a un altro? | ||
Dunque se qualcuno mi descrive il colore di una parete come “un giallo tendente al rosso”, capisco che da un certo numero di campioni potrei sceglierne uno che si avvicina abbastanza a quello giusto. Ma se qualcuno descrivesse un colore definendolo un giallo leggermente tendente al blu, non potrei mostrarglielo su un campione. | Dunque se qualcuno mi descrive il colore di una parete come “un giallo tendente al rosso”, capisco che da un certo numero di campioni potrei sceglierne uno che si avvicina abbastanza a quello giusto. Ma se qualcuno descrivesse un colore definendolo un giallo leggermente tendente al blu, non potrei mostrarglielo su un campione. – Qui si è soliti dire che in un caso ci si potrebbe immaginare il colore e nell’altro no, ma questa espressione è fuorviante, perché qui non è necessario pensare all’affiorare di un’immagine all’occhio della mente. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=30}} Chiedi questo: sai cosa significa “rosso”? E come dimostri di saperlo? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=30}} Chiedi questo: sai cosa significa “rosso”? E come dimostri di saperlo? | ||
Gioco linguistico: “Indica un giallo (o bianco, blu, marrone) tendente al rosso!” | Gioco linguistico: “Indica un giallo (o bianco, blu, marrone) tendente al rosso!” – “Indicane uno più tendente al rosso!” – “Uno meno tendente al rosso!” eccetera. Ora che padroneggi questi giochi, si pretende: “Indica un verde leggermente tendente al rosso!”. Prendi in considerazione due casi. Uno: indichi un colore (e sempre il medesimo), per esempio un verde oliva. L’altro: rispondi: “Non so cosa significa” oppure “Non esiste”. | ||
Si potrebbe essere inclini a dire che il primo ha un concetto di colore diverso dal secondo; o un diverso concetto di “tendente”. | Si potrebbe essere inclini a dire che il primo ha un concetto di colore diverso dal secondo; o un diverso concetto di “tendente”. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=31}} Parliamo di daltonismo e lo chiamiamo un ''difetto.'' Ma potrebbero tranquillamente esserci molte diverse disposizioni, nessuna delle quali è palesemente inferiore alle altre. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=31}} Parliamo di daltonismo e lo chiamiamo un ''difetto.'' Ma potrebbero tranquillamente esserci molte diverse disposizioni, nessuna delle quali è palesemente inferiore alle altre. – E tieni presente anche questo: una persona potrebbe vivere una vita intera senza che il suo daltonismo venga notato, finché una circostanza particolare non lo fa comparire. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=32}} Dunque persone diverse potrebbero avere diversi concetti di colore? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=32}} Dunque persone diverse potrebbero avere diversi concetti di colore? – ''Leggermente'' diversi. Diversi per un qualche aspetto. E questo non pregiudica la loro comprensione in misura maggiore o minore, anzi, spesso non la pregiudica affatto. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=35}} Secondo Lichtenberg sarebbero poche le persone ad aver visto davvero il bianco puro. Quindi la maggior parte delle persone usa la parola in modo scorretto? Ed ''egli'' come avrebbe appreso l’uso corretto? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=35}} Secondo Lichtenberg sarebbero poche le persone ad aver visto davvero il bianco puro. Quindi la maggior parte delle persone usa la parola in modo scorretto? Ed ''egli'' come avrebbe appreso l’uso corretto? – Piuttosto: ha costruito un uso ideale a partire da un uso concreto. Come si costruisce una geometria. Qui, però, con “ideale” non si intende qualcosa di particolarmente buono, ma soltanto qualcosa di portato all’estremo. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=39}} La mia sensazione è che il blu smorzi il giallo, | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=39}} La mia sensazione è che il blu smorzi il giallo, – ma perché non dovrei poter dire che un giallo leggermente tendente al verde è un “giallo tendente al blu” e il verde un colore intermedio fra blu e giallo, e un verde fortemente tendente al blu definirlo un blu leggermente tendente al giallo? | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=40}} In un giallo tendente al verde non noto ''niente'' di blu. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=40}} In un giallo tendente al verde non noto ''niente'' di blu. – Per me il verde è una particolare stazione sulla strada colorata che porta dal blu al giallo, e il rosso ne è un’altra. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=41}} Cosa avrebbe più di me una persona che conoscesse la strada colorata diretta che porta dal blu al giallo? E come si dimostra che io non conosco una strada simile? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=41}} Cosa avrebbe più di me una persona che conoscesse la strada colorata diretta che porta dal blu al giallo? E come si dimostra che io non conosco una strada simile? – Dipende tutto dai giochi linguistici che sono capace di fare con la forma del “tendente a…”? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=56}} Questo foglio di carta è chiaro in modi diversi in punti diversi; ma posso dire che è bianco soltanto in certi punti e grigio negli altri? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=56}} Questo foglio di carta è chiaro in modi diversi in punti diversi; ma posso dire che è bianco soltanto in certi punti e grigio negli altri? – Sì, se dovessi dipingerlo, aggiungerei sicuramente del grigio per i punti più scuri. | ||
Un colore di una superficie è una qualità di una superficie. Si potrebbe anche essere tentati di non considerarlo un concetto puro di colore. Ma cosa sarebbe, allora, un concetto ''puro''? | Un colore di una superficie è una qualità di una superficie. Si potrebbe anche essere tentati di non considerarlo un concetto puro di colore. Ma cosa sarebbe, allora, un concetto ''puro''? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=58}} Sembra che esista un concetto di colore più fondamentale di quello di colore di superficie. Sarebbe da descrivere | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=58}} Sembra che esista un concetto di colore più fondamentale di quello di colore di superficie. Sarebbe da descrivere – si potrebbe pensare – o attraverso piccoli elementi colorati del campo visivo oppure attraverso punti luminosi simili alle stelle. Di questi punti di colore, o piccole macchie colorate, sarebbero composte anche le più estese aree colorate. In modo tale che si potrebbe descrivere l’impressione del colore di una superficie indicando le molte piccole macchie di colore nelle loro diverse posizioni. | ||
Ma come si dovrebbe, ad esempio, confrontare un così piccolo campione di colore con un pezzo della superficie più estesa? In che ambiente dovrebbe trovarsi il campione di colore? | Ma come si dovrebbe, ad esempio, confrontare un così piccolo campione di colore con un pezzo della superficie più estesa? In che ambiente dovrebbe trovarsi il campione di colore? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=60}} Perché non parliamo di un marrone “puro”? Il motivo di ciò è semplicemente il posizionamento del marrone rispetto agli altri colori “puri”, la sua affinità con essi? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=60}} Perché non parliamo di un marrone “puro”? Il motivo di ciò è semplicemente il posizionamento del marrone rispetto agli altri colori “puri”, la sua affinità con essi? – Il marrone è, prima di tutto, soltanto un colore di superficie. Vale a dire: non esiste un marrone ''trasparente'', ma soltanto un marrone opaco. Inoltre: il marrone contiene il nero. – (?) – Come dovrebbe comportarsi una persona, perché si possa dire che conosce un marrone ''puro'' e ''primario''? | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=61}} Dobbiamo sempre porci la domanda: come imparano le persone il significato dei nomi di colore? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=61}} Dobbiamo sempre porci la domanda: come imparano le persone il significato dei nomi di colore? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=70}} Non è vero che un colore più scuro è automaticamente un colore più tendente al nero. Questo è chiaro. Un giallo saturo è più scuro, ma non più tendente al nero di un giallo tendente al bianco. Ma neanche il color ambra è un “giallo tendente al nero”. (?) Eppure si parla anche di un vetro o di uno specchio neri. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=70}} Non è vero che un colore più scuro è automaticamente un colore più tendente al nero. Questo è chiaro. Un giallo saturo è più scuro, ma non più tendente al nero di un giallo tendente al bianco. Ma neanche il color ambra è un “giallo tendente al nero”. (?) Eppure si parla anche di un vetro o di uno specchio neri. – La difficoltà sta forse nel fatto che con “nero” mi riferisco sostanzialmente al colore di superficie? | ||
Non direi mai di un rubino che è di un rosso tendente al nero, perché indicherebbe ''opacità.'' (D’altra parte, ricorda che opacità e trasparenza si ''possono'' dipingere.) | Non direi mai di un rubino che è di un rosso tendente al nero, perché indicherebbe ''opacità.'' (D’altra parte, ricorda che opacità e trasparenza si ''possono'' dipingere.) | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=96}} Dal fatto che a me | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=96}} Dal fatto che a me – o a tutti – sembri così, non consegue che sia effettivamente così. | ||
Dunque: dal fatto che a noi tutti questa scrivania appaia marrone non consegue che essa sia marrone. Ma cosa significa: “Questa scrivania alla fine non è affatto marrone?” | Dunque: dal fatto che a noi tutti questa scrivania appaia marrone non consegue che essa sia marrone. Ma cosa significa: “Questa scrivania alla fine non è affatto marrone?” – Allora dal fatto che ci sembra marrone consegue che è marrone? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=102}} Per rispondere alla domanda: “Cosa significano ‘rosso’, ‘blu’, ‘nero’, ‘bianco’?”, possiamo tranquillamente indicare oggetti di quei colori, | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=102}} Per rispondere alla domanda: “Cosa significano ‘rosso’, ‘blu’, ‘nero’, ‘bianco’?”, possiamo tranquillamente indicare oggetti di quei colori, – ma questo è anche tutto: la nostra capacità di spiegare i significati non va oltre. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=111}} ''Io'' dico che il blu-verde ''non'' contiene giallo; se un altro mi dice che invece sì, contiene il giallo, chi ha ragione? Come si può provare? Le due posizioni differiscono soltanto per le parole usate? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=111}} ''Io'' dico che il blu-verde ''non'' contiene giallo; se un altro mi dice che invece sì, contiene il giallo, chi ha ragione? Come si può provare? Le due posizioni differiscono soltanto per le parole usate? – L’uno non riconoscerà forse un verde puro che non tende né al blu né al giallo? E qual è l’utilità di tutto ciò? In quali giochi linguistici si può trasformare? – Egli potrà ad ogni modo portare a termine il compito di selezionare gli oggetti verdi che non hanno ''nulla'' di tendente al giallo, e quelli che non contengono ''affatto'' il blu. E in questo consisterà il discrimine “verde”, che l’altro non conosce. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=122}} Come posso descrivere a una persona in che modo impieghiamo la parola “domani”? Posso ''insegnarlo'' a un bambino, ma non vuol dire descrivergli l’impiego. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=122}} Come posso descrivere a una persona in che modo impieghiamo la parola “domani”? Posso ''insegnarlo'' a un bambino, ma non vuol dire descrivergli l’impiego. | ||
Ma posso descrivere l’esperienza di persone che hanno un concetto, per esempio “verde tendente al rosso”, che noi non abbiamo? | Ma posso descrivere l’esperienza di persone che hanno un concetto, per esempio “verde tendente al rosso”, che noi non abbiamo? – In ogni caso, non posso ''insegnare'' questa esperienza a nessuno. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=128}} Una stirpe di soli daltonici potrebbe vivere molto bene. Ma inventerebbero i nostri stessi nomi per i colori? E in che modo la loro nomenclatura corrisponderebbe alla nostra? Come suonerebbe qui la loro lingua naturale? Lo sappiamo? Potrebbero, forse, avere tre colori primari: blu, giallo e un terzo che prenderebbe il posto di rosso e verde? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=128}} Una stirpe di soli daltonici potrebbe vivere molto bene. Ma inventerebbero i nostri stessi nomi per i colori? E in che modo la loro nomenclatura corrisponderebbe alla nostra? Come suonerebbe qui la loro lingua naturale? Lo sappiamo? Potrebbero, forse, avere tre colori primari: blu, giallo e un terzo che prenderebbe il posto di rosso e verde? – Cosa succederebbe se incontrassimo una simile tribù e volessimo impararne la lingua? Incontreremmo alcune difficoltà. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=131}} Un gioco linguistico: parlare della maggiore chiarezza o maggiore oscurità dei corpi. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=131}} Un gioco linguistico: parlare della maggiore chiarezza o maggiore oscurità dei corpi. – Ma eccone uno ''simile'': dire qualcosa sul rapporto fra le chiarezze di determinati ''colori.'' (Da confrontare con: il rapporto fra le lunghezze di due stecche – il rapporto fra due numeri.) | ||
La forma delle proposizioni è la stessa in entrambi i casi (“X è più chiaro di Y”). Ma nel primo gioco linguistico sono temporali, nel secondo atemporali. | La forma delle proposizioni è la stessa in entrambi i casi (“X è più chiaro di Y”). Ma nel primo gioco linguistico sono temporali, nel secondo atemporali. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=154}} “Non si possono immaginare persone che abbiano una geometria dei colori diversa dalla nostra?” | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=154}} “Non si possono immaginare persone che abbiano una geometria dei colori diversa dalla nostra?” – Questo però equivale a dire: Non si possono immaginare persone con concetti di colore diversi dai nostri? E questo, a sua volta, significa: Non si possono immaginare persone che ''non'' abbiano i nostri concetti di colore, e che ''abbiano'' invece concetti che sono a tal punto imparentati con i nostri da poterli definire “concetti di colore”? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=158}} Cosa si può dire a sostegno della tesi che il verde è un colore primario e non una mescolanza di blu e giallo? Sarebbe corretta questa risposta: “Lo si può riconoscere direttamente osservando i colori”? Ma come faccio a sapere che con l’espressione “colori primari” intendo la stessa cosa di un altro che, come me, è portato a definire il verde un colore primario? No, qui sono i giochi linguistici che decidono queste domande. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=158}} Cosa si può dire a sostegno della tesi che il verde è un colore primario e non una mescolanza di blu e giallo? Sarebbe corretta questa risposta: “Lo si può riconoscere direttamente osservando i colori”? Ma come faccio a sapere che con l’espressione “colori primari” intendo la stessa cosa di un altro che, come me, è portato a definire il verde un colore primario? No, qui sono i giochi linguistici che decidono queste domande. | ||
Esiste un verde più o meno tendente al blu (o al giallo) ed esiste il compito di aggiungere a un dato verde tendente al giallo (o verde tendente al blu) un verde meno tendente al giallo (o al blu), oppure di sceglierlo fra numerosi campioni di colore. Un verde meno tendente al giallo non è però un verde tendente al blu (e viceversa), e potrebbe esserci anche il compito di selezionare | Esiste un verde più o meno tendente al blu (o al giallo) ed esiste il compito di aggiungere a un dato verde tendente al giallo (o verde tendente al blu) un verde meno tendente al giallo (o al blu), oppure di sceglierlo fra numerosi campioni di colore. Un verde meno tendente al giallo non è però un verde tendente al blu (e viceversa), e potrebbe esserci anche il compito di selezionare – oppure di ottenerlo da una mescolanza - un verde che non tenda né al giallo né al blu. E dico “ottenerlo da una mescolanza” perché un verde non tende contemporaneamente al giallo e al blu soltanto perché nasce da una mescolanza di giallo e blu. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=166}} Per esempio, si può dire: ''in questo modo'' si comporta una persona con una benda sugli occhi, e ''in quest’altro'' un vedente senza benda. Con la benda reagisce in questo e quest’altro modo, senza benda cammina velocemente in strada, saluta i suoi conoscenti, fa cenno a questo e quello, quando attraversa evita facilmente le macchine e le biciclette, e così via. Già nei neonati si capisce che vedono quando seguono i movimenti con gli occhi. Eccetera eccetera. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=166}} Per esempio, si può dire: ''in questo modo'' si comporta una persona con una benda sugli occhi, e ''in quest’altro'' un vedente senza benda. Con la benda reagisce in questo e quest’altro modo, senza benda cammina velocemente in strada, saluta i suoi conoscenti, fa cenno a questo e quello, quando attraversa evita facilmente le macchine e le biciclette, e così via. Già nei neonati si capisce che vedono quando seguono i movimenti con gli occhi. Eccetera eccetera. – La domanda è: chi dovrebbe capire questa descrizione? Soltanto i vedenti, o anche i ciechi? | ||
Per esempio, ha senso dire: “Il vedente distingue con gli occhi una mela acerba da una matura”. Ma ''non'' ha senso dire: “Il vedente distingue una mela verde da una rossa”. Cosa sono, infatti, “rosso” e “verde”? | Per esempio, ha senso dire: “Il vedente distingue con gli occhi una mela acerba da una matura”. Ma ''non'' ha senso dire: “Il vedente distingue una mela verde da una rossa”. Cosa sono, infatti, “rosso” e “verde”? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=170}} Posso dire: “Il daltonico non è in grado di distinguere una mela verde da una rossa”, e questo si può dimostrare. Ma posso dire: “Io sono in grado di distinguere una mela verde da una rossa?”. Forse con il gusto. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=170}} Posso dire: “Il daltonico non è in grado di distinguere una mela verde da una rossa”, e questo si può dimostrare. Ma posso dire: “Io sono in grado di distinguere una mela verde da una rossa?”. Forse con il gusto. – Ma, per esempio: “Sono in grado di distinguere una mela che voi chiamate ‘verde’ da una che voi chiamate ‘rossa’”, quindi: “Non sono daltonico”. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=175}} La domanda è questa: come deve essere fatta la nostra immagine visiva per mostrarci un mezzo trasparente? Per esempio, come deve risaltare il colore del mezzo? Se parliamo in termini fisici | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=175}} La domanda è questa: come deve essere fatta la nostra immagine visiva per mostrarci un mezzo trasparente? Per esempio, come deve risaltare il colore del mezzo? Se parliamo in termini fisici – benché qui non si tratti direttamente di leggi della fisica – allora tutto ciò che si vede attraverso un vetro verde puro dovrebbe apparire di un verde più o meno scuro. La sfumatura più chiara sarebbe quella del mezzo. Ciò che si vede attraverso di esso somiglia a una fotografia. Se si traspone il tutto su un vetro bianco, l’effetto sarebbe di nuovo quello di una fotografia, ma in tonalità che vanno dal bianco al nero. E perché un simile vetro – ammesso che ce ne sia uno – non dovremmo definirlo ''bianco''? Qualcosa ci impedisce di farlo? L’analogia con altri vetri colorati viene meno da qualche parte? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=185}} Di una tavola di vetro verde si direbbe forse che dà alle cose il suo colore. Ma la mia tavola “bianca” lo fa? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=185}} Di una tavola di vetro verde si direbbe forse che dà alle cose il suo colore. Ma la mia tavola “bianca” lo fa? – Se il mezzo verde dà il suo colore alle cose, allora lo dà soprattutto alle cose ''bianche.'' | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=186}} Uno strato sottile di un mezzo colorato colora le cose soltanto debolmente: come dovrebbe colorarle un vetro “bianco” sottile? Non dovrebbe sottrarre alle cose tutto il colore? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=186}} Uno strato sottile di un mezzo colorato colora le cose soltanto debolmente: come dovrebbe colorarle un vetro “bianco” sottile? Non dovrebbe sottrarre alle cose tutto il colore? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=191}} Se la tavola di vetro verde conferisce alle cose dietro di lei il suo colore verde, allora trasforma il bianco in verde, il rosso in nero, il giallo in giallo-verde, il blu in blu tendente al verde. La tavola bianca dunque dovrebbe rendere tutto tendente al bianco, quindi tutto ''pallido''; e perché non dovrebbe trasformare il nero in grigio? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=191}} Se la tavola di vetro verde conferisce alle cose dietro di lei il suo colore verde, allora trasforma il bianco in verde, il rosso in nero, il giallo in giallo-verde, il blu in blu tendente al verde. La tavola bianca dunque dovrebbe rendere tutto tendente al bianco, quindi tutto ''pallido''; e perché non dovrebbe trasformare il nero in grigio? – Anche un vetro giallo scurisce, dovrebbe scurire anche un vetro bianco? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=214}} Il bianco scioglie tutti i colori, | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=214}} Il bianco scioglie tutti i colori, – lo fa anche il rosso? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=242}} Il latte non è opaco per il fatto che è bianco, | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=242}} Il latte non è opaco per il fatto che è bianco, – come se il bianco fosse qualcosa di opaco. | ||
Se “bianco” è già un concetto che si riferisce a una superficie visiva, perché allora non c’è un concetto di colore affine al “bianco” che si riferisce a qualcosa di trasparente? | Se “bianco” è già un concetto che si riferisce a una superficie visiva, perché allora non c’è un concetto di colore affine al “bianco” che si riferisce a qualcosa di trasparente? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=265}} Dipingo la vista dalla mia finestra; un determinato punto, definito dalla sua posizione nell’architettura di una casa, lo dipingo di color ocra. Dico: | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=265}} Dipingo la vista dalla mia finestra; un determinato punto, definito dalla sua posizione nell’architettura di una casa, lo dipingo di color ocra. Dico: “Questo punto lo vedo di questo colore”. | ||
Questo non significa che in questo punto io veda il color ocra, perché in questo contesto il pigmento potrebbe apparirmi più chiaro o più scuro o più rossiccio (eccetera) dell’ocra. | Questo non significa che in questo punto io veda il color ocra, perché in questo contesto il pigmento potrebbe apparirmi più chiaro o più scuro o più rossiccio (eccetera) dell’ocra. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=268}} Si potrebbe essere tentati di credere che una analisi dei nostri concetti di colore conduca, alla fine, ai colori dei punti del nostro campo visivo, colori che sarebbero indipendenti da ogni interpretazione spaziale o fisica, perché qui non ci sarebbe né ombra né luce, né trasparenza né opacità, eccetera. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=268}} Si potrebbe essere tentati di credere che una analisi dei nostri concetti di colore conduca, alla fine, ai colori dei punti del nostro campo visivo, colori che sarebbero indipendenti da ogni interpretazione spaziale o fisica, perché qui non ci sarebbe né ombra né luce, né trasparenza né opacità, eccetera. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=269}} Ciò che ci appare come una linea chiara e monocromatica senza spessore su un fondo scuro può sembrare bianca, ma non grigia. (?) Un pianeta non potrebbe apparire grigio chiaro. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=269}} Ciò che ci appare come una linea chiara e monocromatica senza spessore su un fondo scuro può sembrare bianca, ma non grigia. (?) Un pianeta non potrebbe apparire grigio chiaro. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=271}} Vedo davvero biondi i capelli del ragazzo in fotografia?! | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=271}} Vedo davvero biondi i capelli del ragazzo in fotografia?! – Li vedo grigi? | ||
''Inferisco'' semplicemente che ciò che in foto sembra biondo debba essere biondo anche nella realtà? | ''Inferisco'' semplicemente che ciò che in foto sembra biondo debba essere biondo anche nella realtà? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=274}} Ma cosa significa che i capelli si vedono biondi in fotografia? Come si mostra che ''appaiono'' così e non abbiamo soltanto ''inferito'' il colore? Quale delle nostre reazioni ce lo fa dire? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=274}} Ma cosa significa che i capelli si vedono biondi in fotografia? Come si mostra che ''appaiono'' così e non abbiamo soltanto ''inferito'' il colore? Quale delle nostre reazioni ce lo fa dire? – Una testa di pietra o di gesso non appare bianca? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=279}} Si può descrivere a una persona cieca com’è ''vedere''? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=279}} Si può descrivere a una persona cieca com’è ''vedere''? – Certamente; un cieco impara pur sempre qualcosa sulla differenza fra lui e un vedente. Eppure a questa domanda si potrebbe anche rispondere di no. – Ma non è posta in modo fuorviante? Si può descrivere sia a una persona che gioca a calcio sia a una che non gioca “com’è giocare a calcio”, alla prima, forse, perché verifichi la correttezza della descrizione. Allora si può descrivere a un vedente com’è vedere? Ma gli si ''può'' certamente spiegare cosa sia la cecità! Vale a dire, gli si può spiegare il comportamento caratteristico di una persona cieca e gli si possono bendare gli occhi. Viceversa, però, non si può rendere vedente un cieco per un preciso lasso di tempo; ma gli si può descrivere il comportamento del vedente. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=281}} Si potrebbe dire: è un fenomeno che ci siano persone che non possono imparare questo o quest’altro. Questo fenomeno è il daltonismo. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=281}} Si potrebbe dire: è un fenomeno che ci siano persone che non possono imparare questo o quest’altro. Questo fenomeno è il daltonismo. – Esso sarebbe dunque un’incapacità; il vedere sarebbe la capacità. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=282}} Dico a B, che non sa giocare a scacchi: “A non riesce a imparare a giocare a scacchi”. B capisce. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=282}} Dico a B, che non sa giocare a scacchi: “A non riesce a imparare a giocare a scacchi”. B capisce. – Ma ora dico a una persona che non è assolutamente in grado di imparare alcun gioco, che un tale non riesce a imparare un gioco. Cosa sa questa persona dell’essenza di un gioco? Non potrebbe, per esempio, avere un concetto del tutto erroneo di un gioco? Ebbene, potrebbe almeno capire perché non invitiamo né l’uno né l’altro a giocare, perché non sanno giocare a nessun gioco. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=283}} Tutto ciò che voglio dire qui porta a concludere che l’affermazione “io vedo un cerchio rosso” è logicamente diversa dall’affermazione “io vedo, non sono cieco”? Come si mette alla prova una persona per scoprire se la prima affermazione è vera? E per scoprire se è vera la seconda? La psicologia insegna a constatare il daltonismo, e di conseguenza il | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=283}} Tutto ciò che voglio dire qui porta a concludere che l’affermazione “io vedo un cerchio rosso” è logicamente diversa dall’affermazione “io vedo, non sono cieco”? Come si mette alla prova una persona per scoprire se la prima affermazione è vera? E per scoprire se è vera la seconda? La psicologia insegna a constatare il daltonismo, e di conseguenza il vedere normale. Ma ''chi'' può impararlo? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=285}} A un membro di una tribù di daltonici non potrebbe venire in mente di immaginarsi un popolo esotico (che noi chiameremmo “dalla vista normale”)? E non potrebbe rappresentare una persona simile, che vede normalmente, in teatro? Così come potrebbe rappresentarne una che ha il dono della profezia, pur non avendolo lui stesso. Questo è quantomeno pensabile. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=285}} A un membro di una tribù di daltonici non potrebbe venire in mente di immaginarsi un popolo esotico (che noi chiameremmo “dalla vista normale”)? E non potrebbe rappresentare una persona simile, che vede normalmente, in teatro? Così come potrebbe rappresentarne una che ha il dono della profezia, pur non avendolo lui stesso. Questo è quantomeno pensabile. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=286}} Ai daltonici, però, sarebbe mai venuto in mente di chiamarsi “daltonici”? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=286}} Ai daltonici, però, sarebbe mai venuto in mente di chiamarsi “daltonici”? – Perché no? | ||
Ma come potrebbero le persone dalla vista normale apprendere l’impiego “normale” dei nomi dei colori, se fossero l’eccezione in una popolazione di daltonici? | Ma come potrebbero le persone dalla vista normale apprendere l’impiego “normale” dei nomi dei colori, se fossero l’eccezione in una popolazione di daltonici? – Non è possibile che essi usino “normalmente” i nomi dei colori, e forse commettono qualche errore agli occhi degli altri, finché questi non imparano finalmente ad apprezzarne le insolite capacità? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=288}} Posso immaginare come si comporterebbe una persona per la quale non è importante ciò che per me è importante. Ma posso immaginarmi il suo ''stato''? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=288}} Posso immaginare come si comporterebbe una persona per la quale non è importante ciò che per me è importante. Ma posso immaginarmi il suo ''stato''? – Cosa significa? – Posso immaginare lo stato di una persona per la quale è importante ciò che per me è importante? | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=289}} Potrei anche imitare alla perfezione qualcuno che facesse una moltiplicazione, senza poter a mia volta imparare a moltiplicare. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=289}} Potrei anche imitare alla perfezione qualcuno che facesse una moltiplicazione, senza poter a mia volta imparare a moltiplicare. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=300}} Potremmo rappresentare in scena certe persone e mettere loro in bocca monologhi che naturalmente non pronuncerebbero mai nella vita reale, ma che corrispondono ai loro pensieri. Ma non potremmo mai rappresentare in questo modo delle persone completamente diverse da noi. Anche se fossimo grado di prevedere le loro azioni, non potremmo mettere loro in bocca dei monologhi adatti. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=300}} Potremmo rappresentare in scena certe persone e mettere loro in bocca monologhi che naturalmente non pronuncerebbero mai nella vita reale, ma che corrispondono ai loro pensieri. Ma non potremmo mai rappresentare in questo modo delle persone completamente diverse da noi. Anche se fossimo in grado di prevedere le loro azioni, non potremmo mettere loro in bocca dei monologhi adatti. | ||
Eppure anche in questo modo di considerare la | Eppure anche in questo modo di considerare la questione c’è qualcosa di sbagliato. Uno di loro, infatti, potrebbe dire qualcosa fra sé e sé mentre agisce, e questa cosa potrebbe, per esempio, essere del tutto convenzionale. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=304}} Di chi diremmo che non ha il nostro concetto del dolore? Potrei supporre che quella persona non conosca il dolore, ma assumerò che lo conosca; dunque essa ha sue manifestazioni di dolore e le si potrebbero insegnare le parole: “Ho dei dolori”. Sarebbe anche capace di ricordarsi i suoi dolori? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=304}} Di chi diremmo che non ha il nostro concetto del dolore? Potrei supporre che quella persona non conosca il dolore, ma assumerò che lo conosca; dunque essa ha sue manifestazioni di dolore e le si potrebbero insegnare le parole: “Ho dei dolori”. Sarebbe anche capace di ricordarsi i suoi dolori? – Dovrebbe anche riconoscere le manifestazioni di dolore degli altri come tali; e come andrebbe? – Dovrebbe mostrare compassione – dovrebbe capire quando un dolore è ''simulato''? | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=305}} “Non so ''quanto'' fosse arrabbiato.” “Non so se fosse davvero arrabbiato.” | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=305}} “Non so ''quanto'' fosse arrabbiato.” “Non so se fosse davvero arrabbiato.” – Il diretto interessato lo sa? Glielo si chiede, e lui risponde: “Sì, lo ero”. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=308}} Non solo: “Cosa significa essere incerti dello stato d’animo di un altro?” | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=308}} Non solo: “Cosa significa essere incerti dello stato d’animo di un altro?” – ma anche: “Cosa significa ''sapere'' che l’altro è arrabbiato?”. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=311}} “So che ieri è venuto.” | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=311}} “So che ieri è venuto.” – “So che 2 x 2 = 4.” – “So che aveva dolore.” – “So che lì c’è un tavolo.” | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=312}} So in ogni caso, ma so sempre qualcosa di diverso? ''Certo'', | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=312}} So in ogni caso, ma so sempre qualcosa di diverso? ''Certo'', – ma i giochi linguistici sono molto più diversi fra loro di quanto ci accorgiamo in queste proposizioni. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=313}} “Il mondo degli oggetti fisici e il mondo della coscienza.” Che cosa so del ''secondo''? Quello che mi insegnano i miei sensi? E quindi com’è vedere, sentire, percepire e così via. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=313}} “Il mondo degli oggetti fisici e il mondo della coscienza.” Che cosa so del ''secondo''? Quello che mi insegnano i miei sensi? E quindi com’è vedere, sentire, percepire e così via. – Ma lo imparo davvero? Oppure imparo com’è vedere, sentire eccetera ''ora'' e ''credo'' che anche prima fosse così? | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=315}} Evidentemente la domanda è: come confrontiamo gli oggetti fisici | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=315}} Evidentemente la domanda è: come confrontiamo gli oggetti fisici – come le esperienze? | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=316}} Cos’è veramente il “mondo della coscienza”? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=316}} Cos’è veramente il “mondo della coscienza”? – Ciò che c’è nella mia coscienza: ciò che vedo, sento, percepisco in questo momento… E ad esempio, cosa vedo in questo momento? La risposta a questa domanda non può essere: “Ebbene, ''tutto questo''”, accompagnata da un ampio gesto. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=317}} Quando una persona che crede in Dio si guarda intorno e chiede: “Da dove viene quello che vedo?” “Da dove viene tutto?”, ''non'' esige ''alcuna'' spiegazione (causale); e la cosa divertente della sua domanda è che è l’espressione di questa esigenza. Questa persona dunque esprime un atteggiamento nei confronti di tutte le spiegazioni. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=317}} Quando una persona che crede in Dio si guarda intorno e chiede: “Da dove viene quello che vedo?” “Da dove viene tutto?”, ''non'' esige ''alcuna'' spiegazione (causale); e la cosa divertente della sua domanda è che è l’espressione di questa esigenza. Questa persona dunque esprime un atteggiamento nei confronti di tutte le spiegazioni. – Ma in che modo tutto ciò si manifesta nella sua vita? È l’atteggiamento che prende sul serio una determinata cosa, ma poi, in un certo ''punto'' preciso, non la prende più sul serio e dichiara che qualcos’altro è ancora più serio. | ||
Allora uno potrebbe dire che è una cosa molto seria che una persona sia morta prima di poter terminare una certa opera; e in un altro senso è irrilevante. Qui si usa l’espressione: “In un senso profondo”. | Allora uno potrebbe dire che è una cosa molto seria che una persona sia morta prima di poter terminare una certa opera; e in un altro senso è irrilevante. Qui si usa l’espressione: “In un senso profondo”. | ||
In realtà vorrei dire che qui non importano tanto le ''parole'' che si pronunciano e nemmeno cosa si pensa mentre le si pronuncia, ma la differenza che fanno in luoghi diversi della vita. Come faccio a sapere che due persone intendono la stessa cosa quando dicono che credono in Dio? E lo stesso si potrebbe dire se le persone fossero tre. La teologia, che spinge a utilizzare ''certe'' parole e ne proibisce altre, non chiarisce le cose. (Karl Barth.) Per | In realtà vorrei dire che qui non importano tanto le ''parole'' che si pronunciano e nemmeno cosa si pensa mentre le si pronuncia, ma la differenza che fanno in luoghi diversi della vita. Come faccio a sapere che due persone intendono la stessa cosa quando dicono che credono in Dio? E lo stesso si potrebbe dire se le persone fossero tre. La teologia, che spinge a utilizzare ''certe'' parole e ne proibisce altre, non chiarisce le cose. (Karl Barth.) Per così dire, gioca con le parole perché vuole dire una cosa e non sa come dirla. È ''la prassi'' a dare il loro senso alle parole. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=318}} Osservo questa macchia. “Ora è ''così''” | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=318}} Osservo questa macchia. “Ora è ''così''” – e indico qualcosa su un quadro. Potrei ''osservare'' costantemente la stessa cosa e ciò che ''vedo'' potrebbe restare invariato o cambiare. Ciò che osservo e ciò che vedo non hanno lo stesso genere di identità. Le parole “questa macchia”, per esempio, non lasciano intendere il genere di identità che ho in mente. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=319}} “La psicologia descrive i fenomeni del daltonismo e anche del vedere normale.” Cosa sono i “fenomeni del daltonismo”? Ebbene, le reazioni di una persona daltonica, attraverso le quali essa si differenzia da chi vede normalmente. Ma non ''tutte'' le reazioni di un daltonico, per esempio, non quelle che lo distinguono dai ciechi. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=319}} “La psicologia descrive i fenomeni del daltonismo e anche del vedere normale.” Cosa sono i “fenomeni del daltonismo”? Ebbene, le reazioni di una persona daltonica, attraverso le quali essa si differenzia da chi vede normalmente. Ma non ''tutte'' le reazioni di un daltonico, per esempio, non quelle che lo distinguono dai ciechi. – Posso insegnare a un cieco a vedere? Oppure posso insegnarlo a un vedente? Questo non significa niente. Cosa significa, infatti, descrivere il ''vedere''? Ma posso insegnare alle persone il significato delle parole “cieco” e “vedente” e queste può impararle sia un vedente che un cieco. Allora il cieco sa com’è vedere? E il vedente lo sa?! Sa anche com’è avere coscienza? | ||
Ma lo psicologo non può osservare la differenza fra il comportamento del vedente e quello del cieco? (Il meteorologo non può osservare la differenza fra la pioggia e la siccità?) Si potrebbe, per esempio, osservare la differenza fra i topi a cui siano stati tagliati i baffi e quelli non mutilati. E questo forse si potrebbe definire una descrizione della funzione di questo apparato tattile | Ma lo psicologo non può osservare la differenza fra il comportamento del vedente e quello del cieco? (Il meteorologo non può osservare la differenza fra la pioggia e la siccità?) Si potrebbe, per esempio, osservare la differenza fra i topi a cui siano stati tagliati i baffi e quelli non mutilati. E questo forse si potrebbe definire una descrizione della funzione di questo apparato tattile – La vita dei ciechi è diversa dalla vita dei vedenti. | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=320}} Chi vede normalmente può, per esempio, imparare a scrivere sotto dettatura. Come funziona? Ebbene, uno parla, mentre l’altro scrive ciò che il primo dice. Se, per dire, uno pronuncia il suono ''a,'' l’altro scrive il segno “a”, e così via. | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=320}} Chi vede normalmente può, per esempio, imparare a scrivere sotto dettatura. Come funziona? Ebbene, uno parla, mentre l’altro scrive ciò che il primo dice. Se, per dire, uno pronuncia il suono ''a,'' l’altro scrive il segno “a”, e così via. – Ora, chi ''comprende'' questa spiegazione non dovrebbe conoscere già il gioco, anche se forse non con questo nome, o averlo già imparato attraverso la descrizione? Ma Carlo Magno aveva sicuramente compreso il principio della scrittura, eppure non riusciva a imparare a scrivere. E dunque anche chi capisce la descrizione della tecnica può non essere in grado di impararla. Ma ci sono due casi del non-riuscire-a-imparare. In uno semplicemente non acquisiamo un’abilità, nell’altro ci manca la comprensione. Si può ''spiegare'' un gioco a una persona: essa può comprendere questa spiegazione, ma non riuscire a imparare il gioco, oppure essere incapace di comprendere una spiegazione del gioco. Ma è pensabile anche il contrario. | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=328}} In una “psicologia” troverebbe posto la frase: “Ci sono persone che ''vedono''”? | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=328}} In una “psicologia” troverebbe posto la frase: “Ci sono persone che ''vedono''”? | ||
Ebbene, sarebbe falsa? | Ebbene, sarebbe falsa? – Ma a chi si comunica qualcosa qui? (E non intendo soltanto: ciò che viene comunicato è noto da tempo.) | ||
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{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=330}} Si potrebbe voler dire: Se non ci fossero persone che vedono, non ci sarebbe nemmeno il concetto del ''vedere.'' | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=330}} Si potrebbe voler dire: Se non ci fossero persone che vedono, non ci sarebbe nemmeno il concetto del ''vedere.'' – Ma una cosa del genere non potrebbero dirla anche gli abitanti di Marte? Magari da noi potrebbero aver incontrato per prime, del tutto casualmente, soltanto persone cieche. | ||
Line 1,628: | Line 1,629: | ||
{{ParFarbenit|part=3 |paragraph=346}} Poniamo che un cieco mi dica: “Tu puoi camminare senza inciampare, io non posso farlo” | {{ParFarbenit|part=3 |paragraph=346}} Poniamo che un cieco mi dica: “Tu puoi camminare senza inciampare, io non posso farlo” – la prima parte della frase sarebbe una comunicazione? | ||