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Ho detto altrove che una proposizione “raggiunge la realtà” e con ciò io intendevo che le forme delle entità sono contenute nella forma della proposizione che verte su quelle entità. Giacché l’enunciato, insieme al modo di proiezione che proietta la realtà nell’enunciato, determina la forma logica delle entità, proprio come nella nostra similitudine una figura sul piano II, insieme al suo modo di proiezione, determina la forma della figura sul piano I. Questa osservazione, credo, ci dà la chiave per la spiegazione della mutua esclusione di {{nowrap|R P T}} e {{nowrap|B P T}}. Infatti, se la proposizione contiene la forma di un’entità di cui parla, allora è possibile che due proposizioni collidano relativamente a questa stessa forma. Le proposizioni “Brown in questo momento è seduto su questa sedia” e “Jones in questo momento è seduto su questa sedia” cercano ognuna, per così dire, di mettere sulla sedia il proprio soggetto. Ma il prodotto logico di queste proposizioni li mette là entrambi simultaneamente e questo porta a una collisione, a una mutua esclusione di questi soggetti. Come si presenta questa esclusione nel simbolismo? Possiamo scrivere il prodotto logico delle due proposizioni ''p'' e ''q'' nel modo seguente: | Ho detto altrove che una proposizione “raggiunge la realtà” e con ciò io intendevo che le forme delle entità sono contenute nella forma della proposizione che verte su quelle entità. Giacché l’enunciato, insieme al modo di proiezione che proietta la realtà nell’enunciato, determina la forma logica delle entità, proprio come nella nostra similitudine una figura sul piano II, insieme al suo modo di proiezione, determina la forma della figura sul piano I. Questa osservazione, credo, ci dà la chiave per la spiegazione della mutua esclusione di {{nowrap|R P T}} e {{nowrap|B P T}}. Infatti, se la proposizione contiene la forma di un’entità di cui parla, allora è possibile che due proposizioni collidano relativamente a questa stessa forma. Le proposizioni “Brown in questo momento è seduto su questa sedia” e “Jones in questo momento è seduto su questa sedia” cercano ognuna, per così dire, di mettere sulla sedia il proprio soggetto. Ma il prodotto logico di queste proposizioni li mette là entrambi simultaneamente e questo porta a una collisione, a una mutua esclusione di questi soggetti. Come si presenta questa esclusione nel simbolismo? Possiamo scrivere il prodotto logico delle due proposizioni ''p'' e ''q'' nel modo seguente: | ||
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| style="width: 5em; height: 3em; border-right: 1px solid black; border-bottom: 1px solid black;" | p | | style="width: 5em; height: 3em; border-right: 1px solid black; border-bottom: 1px solid black;" | p | ||
| style="width: 5em; border-right: 1px solid black; border-bottom: 1px solid black;" | q | | style="width: 5em; border-right: 1px solid black; border-bottom: 1px solid black;" | q | ||
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Che cosa succede se queste due proposizioni sono {{nowrap|R P T}} e {{nowrap|B P T}}? In questo caso la riga superiore {{nowrap|“V V V”}} deve scomparire, perché essa rappresenta una combinazione impossibile. Le possibilità effettive qui sono | Che cosa succede se queste due proposizioni sono {{nowrap|R P T}} e {{nowrap|B P T}}? In questo caso la riga superiore {{nowrap|“V V V”}} deve scomparire, perché essa rappresenta una combinazione impossibile. Le possibilità effettive qui sono | ||
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Ciò vuol dire che non ''c’è'' prodotto logico di {{nowrap|R P T}} e {{nowrap|B P T}} nel primo caso e qui risiede l’esclusione in quanto opposta alla contraddizione. La contraddizione, se esistesse, dovrebbe essere scritta così: | Ciò vuol dire che non ''c’è'' prodotto logico di {{nowrap|R P T}} e {{nowrap|B P T}} nel primo caso e qui risiede l’esclusione in quanto opposta alla contraddizione. La contraddizione, se esistesse, dovrebbe essere scritta così: | ||
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