5,953
edits
No edit summary |
No edit summary |
||
Line 394: | Line 394: | ||
La teoria della raffigurazione logica dice – molto in generale: affinché sia possibile che una proposizione sia vera o falsa – che essa concordi con la realtà effettiva o meno – nella proposizione deve esservi qualcosa di ''identico'' con la realtà effettiva. [''Cfr''. 2.18.] | La teoria della raffigurazione logica dice – molto in generale: affinché sia possibile che una proposizione sia vera o falsa – che essa concordi con la realtà effettiva o meno – nella proposizione deve esservi qualcosa di ''identico'' con la realtà effettiva. [''Cfr''. 2.18.] | ||
Ciò che in “~p” nega non è il “~” prima del “p”, bensì ciò che è comune a tutti i segni che in questa notazione con “~p” sono di identico significato; ossia ciò che è comune di | |||
p style="text-align:center;"><math>\left . | |||
\begin{matrix} | |||
\sim p \\ | |||
\sim \sim \sim p \\ | |||
\sim p \lor \sim p \\ | |||
\sim p . \sim p \\ | |||
\text{etc. etc.} | |||
\end{matrix} \right \} \text{e lo stesso vale per la notazione generale etc.}</math> | |||
</p> | |||
[''Cfr.'' 5.512.] | [''Cfr.'' 5.512.] |