Quaderni 1914-1916: Difference between revisions

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Line 355: Line 355:
Prendiamo tuttavia le proposizioni: “(∃ ''ϕ'', x) . ''ϕ''x”
Prendiamo tuttavia le proposizioni: “(∃ ''ϕ'', x) . ''ϕ''x”


:e “~(∃ ''ϕ'', x) . ''ϕ''x”.
{{p indent|e “~(∃ ''ϕ'', x) . ''ϕ''x”.}}


Quale di esse è tautologica, quale contraddittoria?
Quale di esse è tautologica, quale contraddittoria?
Line 406: Line 406:
Assumiamo, ad esempio, che il mondo consista di cose A e B e della proprietà F, e che si dia il caso di F(A) e non di F(B). Potremmo descrivere questo mondo anche attraverso le seguenti proposizioni:
Assumiamo, ad esempio, che il mondo consista di cose A e B e della proprietà F, e che si dia il caso di F(A) e non di F(B). Potremmo descrivere questo mondo anche attraverso le seguenti proposizioni:


:(∃ x, y) . (∃ ''ϕ'') . x ≠ y . ''ϕ''x . ~''ϕ''y : ''ϕ''u . ''ϕ''z. ⊃<sub>u, z</sub> . u = z
{{p indent|(∃ x, y) . (∃ ''ϕ'') . x ≠ y . ''ϕ''x . ~''ϕ''y : ''ϕ''u . ''ϕ''z. ⊃<sub>u, z</sub> . u <nowiki>=</nowiki> z}}


:(∃ ''ϕ'') . (''ψ'') . ''ψ'' = ''ϕ''
{{p indent|(∃ ''ϕ'') . (''ψ'') . ''ψ'' <nowiki>=</nowiki> ''ϕ''}}


:(∃ x , y) . (z) . z = x v z = y
{{p indent|(∃ x , y) . (z) . z <nowiki>=</nowiki> x v z <nowiki>=</nowiki> y}}


E qui c’è bisogno anche di proposizioni del tipo delle ultime due, per poter identificare gli oggetti.
E qui c’è bisogno anche di proposizioni del tipo delle ultime due, per poter identificare gli oggetti.
Line 476: Line 476:
Non è forse insensata la definizione dello zero di Russell? Si può in generale parlare di una classe <math>\hat{x} (x \ne x)</math>? Si può quindi parlare di una classe <math>\hat{x}(x = x)</math>? Quindi x ≠ x o x = x è una funzione di x?? Lo zero non dev’esser definito attraverso l’''ipotesi'' (∃''ϕ''):(x)~''ϕ''x? E l’analogo varrebbe per tutti gli altri numeri. Questo getta una luce su tutta la questione relativa all’esistenza di numeri di cose.
Non è forse insensata la definizione dello zero di Russell? Si può in generale parlare di una classe <math>\hat{x} (x \ne x)</math>? Si può quindi parlare di una classe <math>\hat{x}(x = x)</math>? Quindi x ≠ x o x = x è una funzione di x?? Lo zero non dev’esser definito attraverso l’''ipotesi'' (∃''ϕ''):(x)~''ϕ''x? E l’analogo varrebbe per tutti gli altri numeri. Questo getta una luce su tutta la questione relativa all’esistenza di numeri di cose.


:<math>0 = \hat{\alpha} \{ ( \exists \phi ) : (x) \sim \phi x . \alpha = \hat{u} ( \phi u ) \} \text{ Def.}</math>
{{p indent|<math>0 = \hat{\alpha} \{ ( \exists \phi ) : (x) \sim \phi x . \alpha = \hat{u} ( \phi u ) \} \text{ Def.}</math>}}


:<math>1 = \hat{\alpha} \{ ( \exists \phi ) :: (\exists x) . \phi x : \phi y . \phi z . \supset _{y,z} y = z : \alpha = \hat{u}( \phi u)\} \text{ Def.}</math>
{{p indent|<math>1 = \hat{\alpha} \{ ( \exists \phi ) :: (\exists x) . \phi x : \phi y . \phi z . \supset _{y,z} y = z : \alpha = \hat{u}( \phi u)\} \text{ Def.}</math>}}


(Il segno di uguaglianza nella parentesi graffa si potrebbe ''evitare'', se si scrivesse:
(Il segno di uguaglianza nella parentesi graffa si potrebbe ''evitare'', se si scrivesse:


:<math>0 = \widehat{\hat{u}(\phi u)} \{(x)\sim \phi x\}</math>.)
{{p indent|<math>0 = \widehat{\hat{u}(\phi u)} \{(x)\sim \phi x\}</math>.)}}


La proposizione deve ''contenere la possibilità della sua verità'' (e mostrare che la contiene). Ma niente di più che la ''possibilità''. <!--[''Cfr.'' 2.203 ''e'' 3.02 ''e'' 3.13.]-->
La proposizione deve ''contenere la possibilità della sua verità'' (e mostrare che la contiene). Ma niente di più che la ''possibilità''. <!--[''Cfr.'' 2.203 ''e'' 3.02 ''e'' 3.13.]-->
Line 845: Line 845:
x ≠ x. ≡<sub>x.</sub> ''ϕ''x è identica a
x ≠ x. ≡<sub>x.</sub> ''ϕ''x è identica a


(x) . ~''ϕ''x ? Certamente!
{{p indent|(x) . ~''ϕ''x ? Certamente!}}


La proposizione accenna alla possibilità che le cose stiano così e così.
La proposizione accenna alla possibilità che le cose stiano così e così.
Line 2,456: Line 2,456:
Sempre di nuovo si ha la sensazione che anche nella proposizione elementare si parli di tutti gli oggetti.
Sempre di nuovo si ha la sensazione che anche nella proposizione elementare si parli di tutti gli oggetti.


(∃x) ''ϕ''x . x = a
{{p indent|(∃x) ''ϕ''x . x <nowiki>=</nowiki> a}}


Se sono date due operazioni che non si lasciano ridurre a ''una'', allora deve potersi formulare perlomeno una forma generale della loro combinazione.
Se sono date due operazioni che non si lasciano ridurre a ''una'', allora deve potersi formulare perlomeno una forma generale della loro combinazione.


''ϕ''x, ''ψ''y | ''χ''z , (∃x). , (x).
{{p indent|''ϕ''x, ''ψ''y | ''χ''z , (∃x). , (x).}}


Poiché si può evidentemente chiarire con facilità come si possano e come non si debbano formare proposizioni con queste operazioni , allora ciò si deve poter ''in qualche modo'' esprimere in maniera esatta.
Poiché si può evidentemente chiarire con facilità come si possano e come non si debbano formare proposizioni con queste operazioni , allora ciò si deve poter ''in qualche modo'' esprimere in maniera esatta.