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Il nonsenso sta proprio qui, nel fatto che Frazer presenti le cose come se questi popoli avessero una raffigurazione completamente falsa (anzi, delirante) sul corso della natura, laddove invece essi hanno soltanto una peculiare interpretazione dei fenomeni. Cioè la loro conoscenza della natura, qualora la mettessero per iscritto, non si distinguerebbe <u>fondamentalmente</u> dalla nostra. Solo la loro <u>magia</u> è differente. | Il nonsenso sta proprio qui, nel fatto che Frazer presenti le cose come se questi popoli avessero una raffigurazione completamente falsa (anzi, delirante) sul corso della natura, laddove invece essi hanno soltanto una peculiare interpretazione dei fenomeni. Cioè la loro conoscenza della natura, qualora la mettessero per iscritto, non si distinguerebbe <u>fondamentalmente</u> dalla nostra. Solo la loro <u>magia</u> è differente. | ||
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 4}} 171 | {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 4}} 171<ref>«A king of this sort lives hedged in by a ceremonious etiquette, a network of prohibitions and observances, of which the intention is not to contribute to his dignity, much less to his comfort, but to restrain him from conduct which, by disturbing the harmony of nature, might involve himself, his people, and the universe in one common catastrophe.» J. G. Frazer, ''The Golden Bough'', ''op. cit.'', p. 171.</ref> | ||
«A network of prohibitions and observances of which the intention is not to contribute to his dignity…»<ref>“Un reticolo di proibizioni e osservanze la cui intenzione non è contribuire alla sua dignità” (''N. d. T.'').</ref> Questo è sia vero sia falso. Di certo non la dignità della protezione della persona, ma certamente – per dir così – la sacralità naturale del divino in lui. | «A network of prohibitions and observances of which the intention is not to contribute to his dignity…»<ref>“Un reticolo di proibizioni e osservanze la cui intenzione non è contribuire alla sua dignità” (''N. d. T.'').</ref> Questo è sia vero sia falso. Di certo non la dignità della protezione della persona, ma certamente – per dir così – la sacralità naturale del divino in lui. | ||
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Suona tanto semplice: la differenza fra magia e scienza può venire espressa {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 5}} dicendo che nella scienza ha luogo un progresso, nella magia no. La magia non possiede una direzione di sviluppo già presente al suo interno. | Suona tanto semplice: la differenza fra magia e scienza può venire espressa {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 5}} dicendo che nella scienza ha luogo un progresso, nella magia no. La magia non possiede una direzione di sviluppo già presente al suo interno. | ||
{{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 6}} 179 | {{Frazer MS reference|Ms or Ts=Ms |number=143|page= 6}} 179<ref>«The Malays conceive the human soul as a little man, mostly invisible and of the bigness of a thumb, who corresponds exactly in shape, proportion, and even in complexion to the man in whose body he resides. This mannikin is of a thin unsubstantial nature, though not so impalpable but that it may cause displacement on entering a physical object, and it can flit quickly from place to place; it is temporarily absent from the body in sleep, trance, and disease, and permanently absent after death.» J. G. Frazer, ''The Golden Bough'', ''op. cit.'', p. 179.</ref> | ||
C’è molta più verità nell’attribuire all’anima la stessa molteplicità che si attribuisce al corpo di quanta ce n’è in un’annacquata teoria moderna. | C’è molta più verità nell’attribuire all’anima la stessa molteplicità che si attribuisce al corpo di quanta ce n’è in un’annacquata teoria moderna. |