Libro marrone: Difference between revisions

no edit summary
No edit summary
No edit summary
Line 965: Line 965:




in noi tende a sorgere una perplessità esprimibile con la domanda “In che cosa consiste il fatto di vederlo tridimensionalmente?”. In realtà tale interrogativo chiede “Che cos’è che, quando lo vediamo tridimensionalmente, si aggiunge al semplice fatto di vedere il disegno?”. Ma quale risposta possiamo aspettarci? Come dice Hertz: “Ma evidentemente la domanda si aspetta la risposta sbagliata” (p. 9, Introduzione, ''I principi della meccanica''). È la domanda stessa a tenere la mente premuta contro un muro spoglio, impedendole così di trovare l’uscita. Per mostrare a un uomo la via d’uscita devi innanzitutto liberarlo dall’influenza fuorviante della domanda.
in noi tende a sorgere una perplessità esprimibile con la domanda “In che cosa consiste il fatto di vederlo tridimensionalmente?”. In realtà tale interrogativo chiede “Che cos’è che, quando lo vediamo tridimensionalmente, si aggiunge al semplice fatto di vedere il disegno?”. Ma quale risposta possiamo aspettarci? Come dice Hertz: “Aber offenbar irrt die Frage in Bezug auf die Antwort, welche sie erwartet” (p. 9, Introduzione, ''I principi della meccanica'').<ref>“Ma la domanda è chiaramente mal posta, in rapporto alla risposta che essa attende.” Heinrich Rudolph Hertz, ''I principi della meccanica (Presentata in connessione nuova)'', a cura di Giovanni Gottardi, Università degli Studi di Pavia – La Goliardica Pavese, Pavia 1996, p. 6.</ref> È la domanda stessa a tenere la mente premuta contro un muro spoglio, impedendole così di trovare l’uscita. Per mostrare a un uomo la via d’uscita devi innanzitutto liberarlo dall’influenza fuorviante della domanda.


Guarda una parola scritta, per esempio “leggere”. “Non è solo uno scarabocchio, è ‘leggere’”, direi. “Ha una fisionomia definita”. Ma che cos’è che sto dicendo davvero della parola? Una volta raddrizzata, di che affermazione si tratta? “La parola cade”, si è tentati di spiegare, “in uno stampo nella mia mente che era ''da tempo'' pronto per lei”. Poiché però non percepisco sia la parola sia uno stampo, la metafora della parola che si adatta a uno stampo non può alludere all’esperienza di confrontare la forma concava e quella convessa prima che le si faccia combaciare, bensì all’esperienza di vedere la forma convessa accentuata da uno sfondo particolare.
Guarda una parola scritta, per esempio “leggere”. “Non è solo uno scarabocchio, è ‘leggere’”, direi. “Ha una fisionomia definita”. Ma che cos’è che sto dicendo davvero della parola? Una volta raddrizzata, di che affermazione si tratta? “La parola cade”, si è tentati di spiegare, “in uno stampo nella mia mente che era ''da tempo'' pronto per lei”. Poiché però non percepisco sia la parola sia uno stampo, la metafora della parola che si adatta a uno stampo non può alludere all’esperienza di confrontare la forma concava e quella convessa prima che le si faccia combaciare, bensì all’esperienza di vedere la forma convessa accentuata da uno sfondo particolare.